HUB MED, AMBASSADORS AL LAVORO PER UN NETWOK MEDITERRANEO
2 Febbraio 2021 - Webmaster

Si incontreranno nuovamente a febbraio gli ambassadors di Hub Med, la nuova attività di ENISIE per la creazione di un network mediterraneo. I primi report che fotografano l’innovazione sociale di Egitto, Marocco, Tunisia, Palestina, Libano, Giordania, Turchia, Grecia, Serbia e Kosovo sono già stati consegnati. Si tratta di un importante passo avanti per la redazione di uno studio che funga da termometro dei diversi ecosistemi e di come innovazione sociale e social business trovino uno spazio proprio.

Lo scorso novembre si è tenuto un primo e-meeting tra i changemakers identificati dal progetto ENISIE, che si sono così incontrati per la prima volta avviando uno scambio di idee per gli obiettivi da raggiungere e confrontandosi sulla vision utile alla creazione di sinergie e cooperazione.

L’obiettivo di HUB MED è costruire una Rete d’ innovazione sociale

Ma per fare questo è necessario cogliere affinità e originalità di persone e progetti che agiscono in una delle regioni più strategiche del Pianeta. Non a caso l’indagine eseguita in questa prima parte del progetto mira a illustrare lo stato dell’arte dell’innovazione sociale sui territori mediterranei, cercando di comprendere quando e perché questa abbia guadagnato interesse nella società civile, con quali tipologie di enti vengono più frequentemente affrontate le sfide sociali o come siano riconosciute legalmente le organizzazioni.

Una delle sfide di Hub Med già in questa fase è quella di saper cogliere quali siano i fattori abilitanti che contribuiscono, per esempio, allo sviluppo di una consapevolezza dell’Innovazione Sociale (centri di ricerca e formazione, istituti di istruzione superiore) e quelli in grado di sostenere la creazione di start up come acceleratori, incubatori, o di attivare fondi di capitale di rischio sociale, reti locali e internazionali.

A breve saranno segnalate le best practices

Il quadro emerso sino a questo momento rivela ecosistemi molti diversi tra di loro, diversificatisi soprattutto negli ultimi 7 anni; alcuni ancora lontani dal considerare l’innovazione come valore non esclusivamente collegato alla tecnologia, altri popolati da incubatori di startup nati per stimolare l’inclusione economica e sociale e la creazione di nuovo lavoro per le donne e gli imprenditori emarginati, altri ancora, in cammino per la cooperazione civile e agricola.

Alcuni Paesi sono particolarmente supportati dal Governo nazionale e da varie organizzazioni, altri molto meno.

Il ruolo delle ONG è sempre presente, seppure in misura varabile. Per tutti il business sociale è oramai un obiettivo auspicabile e con esso anche la possibilità di stringere nuove collaborazioni con network internazionali.

Il prossimo passaggio del gruppo di lavoro sarà stimolare un raffronto tra gli identikit dei vari Stati, mentre a fine febbraio i tempi potrebbero essere maturi per evidenziare le migliori prassi territoriali, guardando a iniziative oppure a organizzazioni che sono di buon esempio rispetto alle tematiche poste al centro di Hub Med.