Economia circolare e biotecnologia per la salute dei mari
“Nel 2020 ho trascorso 40 giorni in mare su un catamarano da spiaggia senza cabina e senza motore, navigando attraverso il Mediterraneo e mangiando solo il pesce che potevo catturare con il mio fucile subacqueo. Durante il viaggio ho assistito alle orribili azioni dei pescherecci commerciali che catturano enormi quantità di pesce. La mia curiosità mi ha spinto a scoprire che 15 milioni di tonnellate di pesce (circa un quarto di tutto il pesce che peschiamo negli oceani) non viene utilizzato per il consumo umano, ma per animali d’allevamento. Per questo motivo ho riunito un team di esperti biologi marini e biotecnologi e ho iniziato a cercare una soluzione al problema della pesca eccessiva. Oggi, un anno dopo, Ittinsect è in contatto con quasi la metà degli allevatori di pesce in Italia e si impegna a ridurre l’impatto dell’acquacoltura sull’ambiente marino.”
La storia di Ittinsect, start-up supportata da EIT Food e finanziato dall’UE, inizia così, dall’esperienza di Alessandro Romano, fondatore e CEO.
Ittinsect utilizza la biotecnologia per ridurre la pesca eccessiva di pesce selvatico. L’industria dell’acquacoltura infatti, usa ogni anno, 15 milioni di tonnellate di pesce selvatico (circa un quarto della pesca globale) come mangime per pesci da allevamento. Questo sta distruggendo l’ecosistema del pianeta. L’obiettivo di Ittinsect è rendere l’acquacoltura sostenibile sostituendo i mangimi a base di ingredienti marini, con una soluzione di economia circolare, ossia un prodotto a base di insetti e sottoprodotti agroalimentari trattati biotecnologicamente. Una soluzione che migliora le prestazioni nutrizionali dei mangimi per pesci da allevamento (e di conseguenza la loro salute) e allo stesso tempo protegge l’ambiente marino. Inoltre, riduce le emissioni totali di co2 della catena dell’acquacoltura e offre al consumatore finale un pesce allevato a impatto zero sull’ecosistema marino.
Ittinsect partecipa al Challenge Lab 2020 organizzato e promosso da Impact Hub Siracusa, con l’obiettivo di inquadrare il proprio modello di business, vince l’edizione e subito dopo viene invitato a partecipare al cluster di open innovation per l’acquacoltura sostenibile nel programma EIT Food. I premi vinti con il Challenge Lab (un finanziamento di EIT di 3.000 €, una Business Clinic fornita da Impact Hub Siracusa e altri premi offerti dai partner) sono stati utilizzati per acquistare il primo estrusore artigianale che ha consentito a Ittinsect di effettuare il primo test sul prodotto. Durante il Challenge Lab il team ha potuto ricevere il supporto di un business coach, sessioni di mentorship fornite da professori universitari, ricercatori e sviluppatori di business, fornitori di servizi aziendali e potenziali clienti della rete di Impact Hub Siracusa, hub italiano di Eit Food.
Oggi, a distanza di un anno, Ittinsect si è assicurato 100.000 € in LOI per la fornitura di mangimi a partire da settembre 2022. È in corso la pubblicazione di un articolo scientifico che dimostra le performance di crescita dei mangimi Ittinsect sulla trota, e il team è stato invitato a eseguire 4 programmi pilota in strutture di potenziali clienti. Inoltre è stato realizzato a Roma il primo impianto di test a 12 vasche e si è stabilita una partnership di ricerca per l’upcycling di sottoprodotti rilevanti per l’acquacoltura con l’Università degli studi Bari Aldo Moro. Ma i successi non finiscono qui: Ittinsect è stato anche finalista alla giornata BlueInvest organizzata dal fondo di investimento dell’economia blu dell’UE ed è rientrato tra le prime 10 startup dell’acceleratore Blue Bio Value, il più importante acceleratore di startup early stage della blue economy in Europa. Nel frattempo cresce l’interesse degli investitori per un round di finanziamento del valore di 400.000 €, una risorsa utile per iniziare la produzione e spingere il primo prodotto (un mangime sostenibile per trote) sul mercato entro settembre 2022. Tra i progetti per il futuro c’è infatti un’internalizzazione graduale dei processi di produzione con l’obiettivo di avere un impianto pienamente funzionante entro del 2024 ed essere così in grado di rifornire al mercato italiano mangimi d’acqua dolce e marina.
“Credo che un vero innovatore sia la persona che identifica il problema e capisce tutto di quel problema, in modo da poter contribuire in minima parte a trovare una soluzione ad esso. Molti di noi sanno che l’ossigeno di un respiro su 10 che facciamo è dovuto alla foresta amazzonica, ma pochi sanno che 6 respiri su 10 sono dovuti agli oceani. Dato che facciamo 24.000 respiri al giorno, dovremmo ringraziare gli oceani 14.000 volte per l’ossigeno che ci danno. La pesca eccessiva è solo una delle tante cause che sta distruggendo l’ambiente marino ogni giorno, limitando il suo potenziale di produrre ossigeno e catturare Co2”. Così conclude il suo racconto Alessandro Romano.
Maria Clotilde Notarbartolo, responsabile del progetto EIT Food Hub Italia descrive così Ittinsect:
“Un esempio molto interessante di fare la cosa giusta nel modo giusto. Una giovane startup con un obiettivo impegnativo, che va in profondità nei passi sequenziali per progettare i suoi prodotti e il suo business con una visione significativa di impatto positivo sugli oceani”